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Venerdì, 29 Marzo 2024
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CIANTÀ e SCIURE - Floricoltura 1989 Nella prima metà del XIX secolo, il clima particolarmente favorevole, aggiunto alla disponibilità di terreni, resi infruttuosi dalla concorrenza sul mercato degli agrumi, hanno aperto la strada alla floricoltura.In quel tempo, nella limitrofa Costa Azzurra, mecenati anglosassoni, affini al nostro Hanbury, quasi per scommessa trassero dai giardini di mezzo mondo i fiori più apprezzati, con l’intenzione di climatizzarli sul nostro territorio, così da crearvi un mercato.Il garofano, la rosa, ma persino calendule e ranuncoli, trovarono splendide fioriture in “pien’aria”, facendo decollare la difficile economia di questo precario Ponente.Caparbi e quasi magici ibridatori, chiusi in segretissimi laboratori agricoli, crearono numerosissime varietà d’ogni tipo di fiore, facendole apprezzare sempre più.Questa attività risulta, ancor oggi, la caratteristica più marcata della nostra floricoltura. Mentre, lo sfruttamento intensivo dei terreni, aggiunto all’aggravante di una inevitabile concorrenza, hanno fatto cambiare rotta ai nostri floricoltori, che si sono dovuti attrezzare con costosissime attrezzature: serre e capannoni.Oggi, si producono, con maggior tranquillità, varietà più ricercate e remunerative, per vincere, con la qualità, la nostrana Battaglia dei Fiori.I mercati dei fiori, coltivati in pien’aria, si sono spostati: prima in Toscana, poi nel napoletano ed ora fino in Sicilia; ma anche il Marocco non scherza, e persino il Sudamerica compete, vincendo, con la nostra coltivazione; inoltre la produzione, ma soprattutto la commercializzazione olandese nel settore, hanno fatto dell’Olanda la leader mondiale ed la maggior concorrente del nostro mercato.Ancor più difficoltà, i nostri floricoltori le incontrano a causa dell’accorpamento dei mercati, intesi come luoghi deputati alle trattazioni. Si è voluto accentrare le trattative in un unico grande emporio, costruito in Valle Armea, presso San Remo, al fine di dare al fiore un’etichetta di prestigio, mentre sono proprio le beghe sanremasche e provinciali a frenare la nostra competitività in ambito floricolo.Molto appropriatamente i nostri floricoltori si sono associati in apposite cooperative di raccolta della produzione, attraverso la mediazione delle quali riescono a superare le difficoltà della commercializzazione pubblica.Un’altro aspetto nell’attuale utilizzo dei terreni floricoli è stata l’introduzione di piante ornamentali ricercate per il portamento, la forma e il colore delle foglie, che ha sviluppato il vivaismo, che si occupa della semina, trapianto e produzione di piante ornamentali arboree o arbustive, bonsai e piante erbacee, ma anche quello interessato alle piante succulente e grasse; ossia il florovivaismo.nare quelle attività che comprendono la produzioneNella floricoltura la selezione e creazione di sempre nuove cultivar è l’arma vincente per l’affermazione commerciale dei prodotti e, per ottenerne di più innovative e accattivanti per il consumatore finale, si ricorre a metodi agronomici sofisticati come il miglioramento genetico e le tecniche di micropropagazione.L’esigenza primaria nelle tecniche colturali è la standardizzazione del prodotto commercializzato per spuntare un prezzo remunerativo, affiancando alle colture in pieno campo o in serra, le coltivazioni su substrati artificiali, ormai la norma per le produzioni in vaso, con un utilizzo generalizzato di fitoregolatori, fitofarmaci, fertirrigazione, colture idroponiche, illuminazione artificiale e sistemi computerizzati per temperatura e umidità.L’esperienza maturata nel tempo, sul mercato della moltiplicazione delle piante; ha creato un settore molto attivo attorno alla frazione ventimigliese di Varase, dove è diffusa la produzione di pregiate talee.*Nella floricoltura la selezione e creazione di sempre nuove cultivar è l’arma vincente per l’affermazione commerciale dei prodotti. Per ottenerne di più innovative e accattivanti per il consumatore finale, si ricorre a metodi agronomici sofisticati come il miglioramento genetico e le tecniche di micropropagazione. *) La moltiplicazione delle piante può avvenire per talea, margotta, propaggine, innesto, divisione di tuberi, rizomi, stoloni e bulbi o con la semina

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